Con la scusa di un caffè

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Caffè e resurrezioni


Dal naso di Marcèl colava di tutto. Lo capì guardando l’asse del gabinetto impiastricciata da una sua goccia di sangue, dopo che per un paio di volte aveva provato a tirare su col naso, mentre pisciava e si specchiava il pisello sul pulsante cromato dello sciacquone.

Dal naso di Marcèl colava muco, perchè prima uscire  l’aveva scopata tutto il pomeriggio, e aveva avuto un paio di orgasmi più intensi del normale, che gli avevano tolto la forza di vestirsi o di coprirsi con il lenzuolo viola la schiena sudata. E adesso era raffreddato.

Dal naso di Marcel colava muco e cocaina. E il mix di muco e cocaina lo avevano portato, a suo malgrado, a un naso che colava muco, cocaina e sangue. Perchè quella cocaina era forte e   il muco post orgasmo gli aveva fatto capire alcune cose su Shoshanna,  quindi  era diventato molto più aggressivo del solito, e poco prima,  oltre a dare qualche cazzotto assestato bene, ne aveva ricevuti un paio altrettanto decisi.

Pisciava, tirava su col naso, fumava e respirava con cautela, per farsi passare  la botta di adrenalina portata dalla rissa del venerdì sera, e vabbé , dalla cocaina.

Si sentiva coglione Marcèl. Perchè aveva preso un pugno, perchè si specchiava il cazzo, e perchè non era piu libero nei sentimenti. E se ne stava chiuso nel cesso di un pub dal nome ricercato, per prendere tempo.

Non è vero un cazzo

Marcel si sentiva coglione perchè nella rissa gli avevano fottuto il telefono. E lui c’era cascato in pieno. Il naso avrebbe smesso di colare ma dentro quel telefono costoso c’era di tutto.Presente e passato. Ed era stato abbindolato come il peggiore dei fessi.

Era un gran sollievo per Marcèl stare tutto fatto nel cesso di quel locale dal nome ricercato. Perchè il naso spezzato gli aveva fatto provare qualcosa di diverso che non fosse quell’amore spietato per Shoshanna. E grazie  a dio gli avevano fottuto il telefono e adesso non aveva piu nessun legame col suo vischioso passato.

Questo pensava

Ma poi mentre si specchiava il cazzo e si puliva il naso dalla merda varia del venerdi sera, sentì vibrare qualcosa nella tasca posteriore dei jeans.  Quella merda di telefono. Quella merda di telefono che lo tratteneva ancora al suo passato.  Non avevano fottuto niente quelli stronzi.

Dal naso di Marcel colava di tutto, e con calma metodica ed esperta, strappò un lungo pezzo di carta igienica non molto soffice, e senza prestare attenzione al sangue che sporcava l’asse del cesso, ci rinvoltò il telefono dentro, e lo gettò nel cestino.

Dal naso di Marcèl colava di tutto, perchè il suo corpo si stava spurgando dalla sua rabbia e dal suo animo nero. Aveva anche iniziato a sudare, perchè anche la sua pelle si stava lavando dalla sua sporcizia. Le tasche dei suoi jeans adesso erano vuote e pronte ad accogliere qualcosa di più interessante che un telefono. La vescica avevo spurgato tutto il whisky. E rideva come un ubriacone quando si accorse che nel pulsante cromato dello sciacquone ci si poteva specchiare il pisello.

Bussarono alla porta, era il momento di uscire. Non era un caso se quello era il primo giorno di primavera.

Era il primo giorno di primavera, il momento perfetto per cambiare muta, il giorno perfetto per dimenticare il passato.

Domani il suo naso colerà per l’allergia da graminacee e non più per i cazzotti e per la cocaina. E domani avrà tra i piedi molte meno persone inutili. Perchè tutto rimaneva dentro quel cesso. Sull’asse del gabinetto o dentro il cestino rinvoltato in carta igienica per niente soffice.

Fuori l’aspettava un’altro sballo.

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